La stipsi o stitichezza è un disturbo che consistente nella difficoltà a svuotare in tutto o in parte l’intestino. Si definisce stipsi se si va di corpo meno di tre volte alla settimana, con feci dure e/o con la sensazione di non evacuare completamente.

La stipsi può avere diverse cause; in questo caso prenderò in considerazione solo quelle derivanti da una disfunzione del pavimento pelvico che tra l’altro sono le più frequenti e che comprendono la stipsi da defecazione ostruita (dischezia) e le forme di stipsi miste. Questo tipo di stipsi trova nella riabilitazione del pavimento pelvico un trattamento efficace e spesso risolutivo.

La stipsi da defecazione ostruita è spessa la conseguenza di uno stile di vita scorretto come l’eccessiva sedentarietà e/o l’abitudine di rimandare la defecazione.  L’accumulo di feci nell’ampolla rettale tende a fiancare l’ampolla stessa, rendendola meno sensibile agli stimoli che originano dalla distensione della sua parete. Di conseguenza, occorreranno quantità di feci ogni volta più cospicue, per distendere l’ampolla e creare lo stimolo della defecazione.

Altra problematica che da origine alla stipsi cronica è la sindrome dei pubo-rettale cioè una mancata coordinazione tra il muscolo pubo-rettale, che si contrae durante la defecazione anziché rilassarsi, e il torchio addominale.

Diagnosi

La diagnosi di stipsi da defecazione ostruita viene fatta con la manometria anorettale. Tale esame consiste nell’introduzione di un piccolo sensore nel canale anale e nell’ampolla, collegato a un sistema computerizzato che registra le pressioni esercitate sulle pareti. Con la collaborazione della paziente, che dovrà assecondare puntualmente le richieste dell’operatore, la manometria anorettale è capace di valutare la forza dei muscoli coinvolti nella continenza dell’ampolla rettale e di quelli deputati all’evacuazione fisiologica delle feci. Consente anche di valutare come il retto risponde allo stimolo evacuativo. Tutto ciò è possibile grazie al gonfiaggio e allo sgonfiaggio di un palloncino inserito nel retto e collegato alla sonda. Insieme a questo può essere eseguito il test di espulsione del palloncino. In questo caso l’operatore inserisce nel retto un palloncino che va gonfiato gradatamente. La distensione delle pareti rettali dovrebbe innescare lo stimolo della defecazione e l’espulsione dello stesso palloncino. Se la paziente non sente lo stimolo o non è in grado di espellere il palloncino significa che è presente una disfunzione del pavimento pelvico.

Altro esame importante per confermare la diagnosi è la defecografia, cioè un’indagine radiologica che ha lo scopo di identificare eventuali anomalie di tipe morfologiche e funzionali dell’ano e del retto.

Cura

La riabilitazione del pavimento pelvico può aiutare e a migliorare nettamente le problematiche legate alla stitichezza; diversi studi ne hanno dimostrato l’efficacia fino al 70% dei casi. La consapevolezza e il controllo della muscolatura perineale sono fondamentali per comprendere la giusta sequenza di contrazione e di rilassamento della muscolatura necessaria per una corretta defecazione.

Il biofeedback è molto utile nel caso di dissinergia del pubo-rettale perché sarà più facile apprendere la contrazione e il rilasciamento della muscolatura coinvolta nella defecazione.

Può essere utile a riabilitazione volumetrica cioè la tecnica utilizzata per aiutare a riacquisire la sensibilità rettale. Si lavora utilizzando dei piccoli palloncini gonfiabili a volumi decrescenti.