I Pessari: cosa sono e quando si usano.

A causa del prolungamento della vita media, le disfunzioni del pavimento pelvico, tra cui il prolasso, stanno diventando un problema sempre più importante per noi donne.

Anche se la chirurgia ha fatto passi da gigante sia sulla ridotta invasività sia sulla riuscita dell’intervento, non sempre questa può essere fatta a tutte le donne o almeno nei tempi giusti causa un affollamento delle liste di attesa operatorie.

La riabilitazione perineale è un valido aiuto per risolvere e/o alleviare i disturbi legati al prolasso, ma in caso di prolasso medio- grave (di 2°, 3° grado) un valido aiuto può arrivare anche dalla possibilità di usare i Pessari.

COSA SONO I PESSARI

I pessari sono dispositivi sanitari generalmente di gomma o silicone, che vengono introdotti in vagina e usati in caso di prolasso uro-genitale. Non si tratta di strumenti curativi, non risolvono il prolasso, ma permettono di limitare il disagio creato da quest’ultimo.

Essi rappresentano un efficace ausilio conservativo in casi di rettocele (discesa del retto), cistocele (discesa della vescica) e prolasso dell’utero quando l’intervento chirurgico è controindicato, per le donne che scelgono di non operarsi, per alleviare i disturbi e per preparare il campo a un successivo intervento chirurgico.

Ci sono diversi modelli e la scelta di uno o dell’altro è determinata dall’entità del disturbo, dal grado di prolasso, dalle dimensioni dello iato vaginale, dalla presenza o meno di una vita sessuale, da un pavimento pelvico più o meno tonico e dello stile di vita di ciascuna paziente.

Uno dei più comuni pessari è quello ad anello che va inserito in ambulatorio all’interno della vagina tra il fornice vaginale posteriore e l’osso pubico. Generalmente va sostituito da un operatore dopo 6 mesi al fine di evitare delle lesioni da decubito o infezioni. È, tranne alcuni casi, ben tollerato dalle donne.

Di nuova generazione sono i Pessari Cubici. Sono un’alternativa al pessario ad anello soprattutto in donne giovani in quanto, dotato di un laccio, può essere inserito e tolto dalla donna stessa rendendo quest’ausilio di facile e autonoma gestione. La concavità della superficie crea un’azione di depressione che permette l’adesione ottimale sulla parete vaginale (come una ventosa) così facendo il pessario rimane in sede anche in presenza di pavimenti pelvici non in grado di supportare il pessario ad anello.

Viene usato molto per prevenire peggioramenti del quadro clinico, anche prima degli interventi chirurgici per aumentare la circolazione tissutale, per posticipare un intervento chirurgico, e per facilitare lo svuotamento rettale e vescicale in caso di retto o cistocele.

Spesso le donne con prolassi di lieve entità anche se giovani evitano di fare sforzi, oppure attività fisiche intense (trekking, corsa ecc.). Il pessario cubico essendo di autonomo e facile impiego per la donna può essere usato a scopo preventivo solo durante le attività intense. Ad esempio, alla donna sportiva permette di compiere il gesto atletico senza peggiorare il descensus e di provocare sollecitazioni che potrebbero essere nefaste per i legamenti e il pavimento pelvico. Può essere un valido supporto anche per una donna con un’attività lavorativa intensa che richiede una stazione erette per molte ore e con eventuale alzamento di pesi.

Non ha delle importanti contrindicazioni tranne le infezioni e l’incapacità della donna ad inserire correttamente il pessario.

Ci sono diverse grandezze e per trovare la propria misura in base anche alla problematica è bene consultare inizialmente un’ostetrica esperta.